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Ambiente Salvatore De Riggi 18 gennaio 2019 00:09 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - MARIGLIANELLA- Il cantiere Agrimonda è entrato nell’ultima fase: con lo smontaggio della struttura in ferro che sosteneva i teli è stata riaperta anche Via Pasubio, mentre si attendono le indagini ambientali su suolo, sottosuolo, acque sotterranee per definire se vi sia stata propagazione degli inquinanti.
Nonostante la rimozione del cumulo, i cittadini che abitano nelle vicinanze del sito lamentano di percepire ancora una forte puzza di fitofarmaci, che spesso rende l’aria irrespirabile: la loro paura è che rimosso il cumulo si possa considerare chiusa la questione e quindi intendono mantenere alta l’attenzione intorno al sito, come hanno sempre fatto in questi lunghi anni.
Ecco perchè c’è grande interesse sull’esito dell’indagini ambientali ed ecco perchè, dopo aver atteso quasi 24 anni per la rimozione, è doveroso che queste analisi, siano effettuate in modo rigoroso da un laboratorio accreditato ACCREDIA (Ente Italiano di Accreditamento).
L'accreditamento dimostra infatti la competenza tecnica del laboratorio ad effettuare le prove indicate nello scopo di accreditamento e l'attuazione presso il laboratorio stesso di un sistema gestionale per la qualità.
I laboratori dell’ARPAC non sono purtroppo accreditati per ricercare tutti i composti presenti nel cumulo, in special modo i pesticidi, che costistuiscono la principale fonte di preoccupazione in caso di propagazione nelle matrici ambientali.
Tutto ciò si può verificare sul sito ufficiale di ACCREDIA https://www.accredia.it/, dove ognuno può ricercare i laboratori ARPAC e vedere per quale tipo di analisi sono certificati.
La scelta del laboratorio in questo caso è un po' come la scelta del medico in caso di un problema di salute proprio o di un familiare: si cerca il meglio e ci si rivolge sempre a chi ha titoli e certificazioni.
Le analisi effettuate per caratterizzare i rifiuti (in fase di rimozione) hanno già mostrato quali pesticidi erano presenti nel cumulo: ora è facile intuire quanto sia importante, nel caso di Agrimonda, capire se queste sostanze siano migrate nel suolo e sottosuolo, contaminando eventualmente anche le acque di falda.
Insomma, i risultati di queste indagini stabiliranno se il sito è da considerarsi contaminato e se, secondo la vigente normativa, sarà sottoposto a bonifica prima di essere fruito di nuovo.
Sempre in relazione ai campionamenti da effettuare, è utile ricordare anche la questione della direzione di deflusso della falda, lungo la quale si ha l’eventuale dispersione di inquinanti nell’acque sotterranee: nella relazione geologica allegata all’attuale progetto esecutivo di rimozione, i tecnici indicano come direzione di deflusso della falda E-SE così come desunta dalla Carta delle isopiezometriche del CTU dott. Telese, 1998, ma già nel Piano di Caratterizzazione del 2002 redatto dall’ATP Salerno-D’Amborsio-De Falco veniva indicata come direzione di deflusso NW-SE. La corretta definizione della direzione di deflusso guiderà anche i campionamenti che per avere una valenza dovranno essere effettuati a valle, nel senso idrogeologico, del sito indagato.
Infine resta aperta e forse sottovalutata anche la questione dell’edificio presente sul sito, che in questi 24 anni si è impregnato sia delle acque di spegnimento, al momento dell’incendio, che delle esalazioni gassose provenienti dal cumulo e che difficilmente potrà essere recuperato a fini abitativi.
La speranza è che si proceda con la velocità degli ultimi mesi e con la massima rigorosità, che una vicenda così lunga e complessa richiede.
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