Cronaca

Futuro assetto della Napoli Servizi: l’assessore Baretta e i vertici della società nelle commissioni Patrimonio e Politiche per la casa

Generico luglio 2024

Le commissioni Bilancio e Patrimonio e Urbanistica e Politiche per la casa, presiedute rispettivamente da Walter Savarese d’Atri e Massimo Pepe, hanno incontrato oggi i vertici della Napoli Servizi, il direttore generale Ciro Tuiriello e l’amministratore unico Daniele D’Ambrosio, l’assessore Pier Paolo Baretta e una rappresentanza di lavoratori per discutere del futuro assetto della società.
Baretta ha fornito il quadro generale della riorganizzazione prevista, spiegando che sono tre gli aspetti alla base delle scelte: una migliore definizione delle missioni, un’organizzazione per filiera lunga, lo snellimento e la coordinazione della gestione del patrimonio con gli uffici comunali.
La situazione non è drammatica dal punto di vista finanziario, quindi non c’è tracollo del sistema delle partecipate, ha assicurato Baretta, per la Napoli Servizi si può parlare solo di difficoltà a far quadrare il bilancio. Dal punto di vista del personale, poi, va considerata l’età media elevata e, in un’ottica di riorganizzazione, la necessità di far fronte ai pensionamenti previsti definendo un piano di assunzioni. Infine va definito un altro punto fermo: ad eccezione del CAAN che ha una partecipazione privata, tutte le altre società partecipate sono pubbliche e tali rimarranno. Napoli Servizi sarà oggetto di riorganizzazione, con la costituzione di una newco per la gestione del patrimonio comunale, e la riorganizzazione sul modello del globale service per la gestione totale degli immobili comunali, degli impianti sportivi, delle scuole, dei cimiteri e delle aree mercatali. Il patrimonio a reddito andrà alla newco, quello non a reddito resterà affidato alla società riorganizzata. La riorganizzazione passerà anche dalla obbligatoria riorganizzazione degli uffici comunali, per evitare sdoppiamenti di competenze per le attività che saranno affidate alla società. Questa scelta porterà ad una doppia valorizzazione, del patrimonio e della società. Non esistono problemi di esuberi di personale, mentre emerge l’urgenza di trasformare queste indicazioni in un piano industriale. I tempi sono stretti, perché la riorganizzazione va completata entro l’anno, anche ridefinendo il contratto con la società che scade a fine anno e che dovrà tenere conto di queste nuove scelte. L’impianto che si andrà a costruire sarà ovviamente di respiro pluriennale e sarà garantita la continuità delle attività. Va costruito il consenso intorno alle scelte che si andranno a fare, fugando i dubbi che già molti consiglieri hanno espresso, e ricordando che è stato preso l’impegno che il passaggio dei lavoratori alla nuova società che gestirà il patrimonio sarà volontario.
Il direttore generale della società Ciro Turiello ha ricordato che sono oltre 15 le linee di produzione attualmente esistenti. Alla newco sarà affidata, per scelta dell’amministrazione, la gestione del patrimonio, ma va ribadito che si arriva alla fine degli ultimi cinque anni di attività in equilibrio economico finanziario. Turiello ha illustrato con una lunga relazione le attività fornite dalla società nel corso degli anni, a partire dalla costruzione degli archivi digitali del patrimonio che hanno preso il posto della montagna di documentazione cartacea lasciata in eredità al Comune dal precedente gestore del patrimonio. Un lavoro complesso, ha ribadito, che passa prima di tutto dalla professionalità delle persone che lavorano nella società tra grandi difficoltà.
Le criticità attuali riguardano tutti i settori in cui è imminente la scadenza del contratto, e per poter costruire un piano industriale occorre conoscere il piano di fabbisogno comunale.
Rosario Andreozzi (Napoli Solidale Europa Verde Difendi la Città) ha ricordato che la Napoli Servizi ha consentito di fare a costo zero ciò che Romeo avrebbe fatto con una spesa di oltre 500 milioni di euro, facendo incassare al Comune oltre 240 milioni di euro, considerando il solo patrimonio e non le altre attività. A quasi tre anni dall’insediamento della nuova Amministrazione non vi è ancora certezza di cosa si andrà a costruire, non si sa se la società andrà in proroga, e questo significa che non saranno riconosciuti gli aumenti contrattuali. È tempo che ai lavoratori siano date certezze.