CASANDRINO – Lavoro in nero e sfruttamento dei migranti in un opificio dedito al confezionamento di abiti da uomo sito sul corso Carlo Alberto. La fabbrica, gestita da un 40enne del Bangladesh.
Sul posto è stata riscontrata la presenza di 12 lavoratori di nazionalità bengalese.
Cinque dei dodici sono risultati al lavoro “a nero”; 2 di questi erano non in regola con le norme sulla immigrazione.
Il titolare è stato denunciato: aveva dato lavoro ai 2 clandestini. Le attrezzature per lo svolgimento dell’attività sono state trovate non a norma, i locali disponevano di cassette di pronto soccorso non idonee. I revisori all’interno dei locali non erano sottoposti alla prescritta revisione periodica.
Struttura, macchinari e attrezzatura sono stati sottoposti a sequestro penale.