Cultura

Lauro,Un anno all’inferno

Tutto pronto a Lauro per la presentazione del Libro di Giuseppe Nappi sulla depressione

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Sabato 18  marzo con inizio  alle  ore  18,00 presso la Sala San Filippo Neri a Lauro sarà presentato  la nuova fatica letteraria  di  Giuseppe Nappi “ Un anno all’inferno”. All’evento,  introdotto  dal sindaco di Lauro, dott. Antonio Bossone, sindaco di Lauro  e  moderato  da Rocco Fatibene,  giornalista “Otto Channel 696”, parteciperanno  il giornalista prof. Giuseppe Buonfiglio, il Prof. Vincenzo Amoroso, già dirigente scolastico, l’Ins. Saverio Crisci dell’Istituto Comprensivo “N. Pecorelli” e la Prof.ssa Marina Petrucci, Dirigente Scolastica “Umberto Nobile e Roald Amundsen” di Lauro.  Le conclusione saranno affidate all’Autore.

Il significato di questo saggio

“Il mio reale intendimento, scrive nella Giuseppe Nappi nella prefazione al saggio, è tentare di dare un aiuto concreto a coloro che, com’è capitato a me, possono avere un momento di particolare disagio, dovuto ad una patologia di tipo ansioso-depressivo: questo potrebbe condizionare significativamente la loro stessa esistenza. Un disagio che può avere origini tanto psicologiche quanto organiche e che sopraggiunge all’improvviso, senza il minimo avvertimento o alcun tipo di avvisaglia. A quel punto è allora necessario reagire e mettere tutte le proprie forze in campo per non lasciarsi sopraffare. Occorre in primo luogo scoprire e capire la causa della depressione e porvi assolutamente un sollecito rimedio stando attenti a non commettere errori: pensare di potercela fare da soli è assolutamente sbagliato e si rischia di restare invischiati in una situazione dalla quale sarebbe difficilissimo uscire. Ma tutto ciò ancora non basta perché bisogna anche individuare bene a chi ci si affida dal momento che non è cosa rara trovare dei professionisti inadeguati o addirittura dei ciarlatani che non si fanno scrupoli di profittare dello stato di debolezza nel quale una persona viene a trovarsi. È importante, perciò, il conforto ed il sostegno incondizionato della famiglia: il depresso non va lasciato mai nella sua solitudine e non deve sentirsi mai un peso per i suoi cari. Egli deve convincersi, invece, che il suo è solo un momento particolare e transitorio dal quale ne uscirà sicuramente rafforzato e schermato, pronto a superare ogni avversità futura!”

Chi è Giuseppe Nappi?

Giuseppe Nappi, insegnante in pensione, ha scoperto tardi il piacere di scrivere e narrare. Questa pubblicazione è, infatti, solo il suo quarto lavoro.Un lavoro che segue, dopo un silenzio durato quasi dieci anni, il racconto ”Il Vesuvio a Milano”. Ciò, però, non significa che egli sia rammaricato del ritardo accumulato perché è ben consapevole di non essere una penna d’oca. Tuttavia, così come non si lamenta del ritardo con cui è arrivato alla scrittura, altrettanto va sottolineato che non ha avuto mai pentimenti soprattutto al fine di dimostrare ai giovani che con la volontà e l’impegno, tante difficoltà possono essere superate. Ma al di là di queste brevi note è importante concludere che l’autore, in questo racconto, parla di sé stesso e mette da parte il narrare un po’ fantastico a cui generalmente ha attinto, rivelando così una travagliata esperienza che lo ha toccato da vicino e lo ha non poco segnato.

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