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Marigliano, presentato il PUC: viali alberati ed edilizia Bio. Le opposizioni lamentano sviste

Il sindaco Carpino: "E' una fase iniziale dettata dalla scure del rischio commissariamento del PUC. Siamo consapevoli che ci sono errori. 60 giorni di tempo per presentare le osservazioni".

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 MARIGLIANO – Viali alberati, piste ciclabili, servizi, infrastrutture, architettura bio e a risparmio energetico oltre che nuove arterie che collegano direttamente alla Napoli Bari: sono alcuni dei criteri che il professore Francesco Domenico Moccia ha adottato per la stesura del nuovo piano.

Si parte dalle perife
rie di Miuli e Faibano che saranno avvicinate alla città in termini di standard di vivibilità. Non più una 219 ghetto. Regole certe in termini di urbanistica per porre un argine all’anarchia regnata negli ultimi 30 anni in assenza di un piano regolatore . 2500 sono gli appartamenti che sarà possibile realizzare calcolati sulla base di dati scientifici. Un numero ritenuto sovradimensionato rispetto al fabbisogno della popolazione. A lamentarlo sono le opposizioni che puntano l’indice contro la mancanza di concertazione e di confronto.

A smontare le accuse è lo stesso primo cittadino Carpino: “Abbiamo dovuto accelerare le procedure e fare presto perché altrimenti il piano veniva commissariato. Ci sono una ventina di ricorsi al Tar che chiedono la riclassificazione dei terreni sulla base della mancanza di regole attese da 30 anni. Rispetto al vecchio piano del ‘90 verranno risparmiati circa 180 ettari di terreno su cui non sarà possibile più edificare”. 

Sarà stombato un tratta del lagno di via Isonzo per trasformarlo in una sorta di naviglio. Ma ciò non basta a restituire la calma alla platea di tecnici e di consiglieri di opposizione. “Siamo consapevoli che si tratta di un piano perfettibile che sicuramente presenta dei problemi ed è per questo che attendiamo le vostre osservazioni sempre nel rispetto dello spirito del piano –chiarisce il sindaco Carpino- ci sono 60 giorni di tempo per le osservazioni. Solo chi non opera non commette errori”.

Mena Iovine, consigliere di Fi, vuole che venga chiarito come si è calcolato il numero di vani che è in controtendenza rispetto al dato cittadino che presenta case sfitte e invendute. Michele Cerciello di Impegno civico accende il dibattito sui comparti e la mancanza di concertazione: ”Noi consiglieri abbiamo le mani legate. Il piano arriverà in Consiglio bello e fatto. La legge regionale non dà nessun potere al Consiglio, tutto viene deciso in Giunta”.

Il sindaco Carpino tenta di tranquillizzare :”Vogliamo dare un PUC alla città per impedire che tanti tecnici di cui molti seduti qui si trasformino in imprenditori agricoli con l’escamotage dei rustici e che i cittadini vengano ingannati dalla politica come è avvenuto con la storia dei sottotetti abitabili, giustificati come abusi di necessità”. Intanto le polemiche si fanno accese.

“ Il “Consulente”
dell’Amministrazione Moccia argomentando sul PUC ha precisato -scrive Francesco Annunziata ex assessore all’Ambiente- tra l’ altro, che Marigliano diventerà una cittadina che non avrà nulla da invidiare a Casalecchio sul Reno, un piccolo paese del nord in una non ben definita provincia; che in futuro dovremo privilegiare il trasporto su ferro…(la Circumvesuviana ???) come in tante importanti città europee; che gli alvei è preferibile che siano “stombati” , separando le acque nere da quelle bianche affinché quest’ultime possano diventare tanti ruscelli con tanto verde; che è importante per Marigliano uno svincolo autostradale a sud della città per collegare il tratto autostradale posto a sud con quello a nord; che la determinazione del numero degli alloggi (2550) è frutto di una operazione matematica e non di una scelta politica definita; che i comparti sono sempre esistiti, in quanto non sono altro che le vecchie zone di lottizzazione dei PRG di antica memoria; che tutti gli standard urbanistici previsti dalla normativa vigente sono stati rispettati; che lo zone edificabili non sono altro che zone di completamento delle aree già urbanizzate.

Continuando nell’ illustrazione del piano il professore ha precisato che “se i proprietari dei suoli indicati come edificatori, presenteranno osservazioni tendenti ad escludere questi suoli dalla zona B (edificabile) queste osservazioni saranno accolte. Chi vuoi che lo farà?”. Annunziata aggiunge: “ Non una parola su alcune sviste o abbagli che dir si voglia: lo stradone che attraversa il piazzale di san Vito; certe zone edificabili (B) che hanno ben poco a che fare con il completamento urbano; la previsione di suoli edificabili sotto i tralicci dell’alta tensione; la previsione di una vasta area edificabile di “completamento” prospettante sul disastro ambientale dell’Agrimonda, l’elenco potrebbe anche continuare”.

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