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Lauro e Taurano : l’Irpinia da scoprire, raccontare e condividere.

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Continua il grande successo delle “Invasione Irpine”. L’iniziativa, che prese forma la prima volta nell’ottobre 2014 con la visita al Convento di San Francesco ai Folloni di Montella, si è poi ripetuta altre volte, facendo tappa in numerosi comuni e bellezze irpine.
Domenica 8 maggio è la volta del Vallo di Lauro, esattamente a Lauro e Taurano, per ammirare questo territorio da sempre scelto come residenza da nobili famiglie del passato, dimostrazione di ciò le numerose ville, i palazzi nobiliari e le tante emergenze monumentali, in primis il castello dei principi Lancellotti, che ivi si trovano e le tante iniziative artistiche sviluppate nel corso di questi ultimi anni dalle amministrazioni comunali e dalle locali associazioni turistico-culturali come la Pro Lauro e la Pro Loco Taurano..
L’appuntamento è fissato per domenica 8 maggio 2016 alle ore 9:30 in Piazza Municipio. In mattina gli invasori irpini saranno a Lauro e nel pomeriggio a Taurano! La prima tappa sarà al palazzo del Cappellano (o dei Tufi) del XVI secolo; seguirà la visita al CASTELLO LANCELLOTTI; uno sguardo al Museo di Umberto Nobile e poi sarà la volta della cinquecentesca villa Sanfelice e del caratteristico centro storico lauretano.
Dopo la pausa pranzo (A SACCO) gli “invasori inpini” si sposteranno nell’area di San Giovanni del Palco, dove potranno ammirare le terme romane, la chiesa ed il convento di San Giovanni del Palco prima di immergersi nel borgo di Taurano per ammirare la sua splendida riqualificazione, arricchita da straordinari murales e le stupende chiese barocche di dell’Assunta e del Rosario.
A chiusura l’Abbazia di San Michele Arcangelo e la chiesa rurale extra moenia della Madonna dell’Arco.

Breve guida dei Monumenti di Lauro e di Taurano

La Certosa di San Giacomo
Antico monastero benedettino (sec. XII) con chiesa settecentesca, per secoli luogo di ritiro spirituale ma anche centro di produzione agricola, rinomato per la qualità dei suoi prodotti, venne elevato nel 1620 al rango di abbazia; nel XVIII secolo fu oggetto di un completo rifacimento che gli donò nuovo splendore. Una curiosità Nel 1624 l’abate de Simone Bianchi viene colpito da due archibugiate da un certo Donato Fiogli di Roma (questioni di corna?). Nel 1808, con la confisca dei beni ecclesiastici, divenne una ricca dimora di campagna.
Oggi, dopo un’attenta ristrutturazione, è trasformato in un elegante e originale hotel, circondato da 42 ettari di verde e giardini fioriti. Ancora oggi, dopo 900 anni, all’interno della Certosa sono conservati un antico torchio per le uve e la macina per le olive.
Immagine Madonna di Montevergine nel Pozzo.

Villa imperiale romana- Terme
Di questa villa, il cui nucleo principale è da supporre incorporato nel convento di San Giovanni del Palco, è stata riportata alla luce la parte meridionale (le terme), sistemata su tre livelli, a cavallo tra i comuni di Lauro e Taurano. Tre le fasi costruttive ancora oggi ampiamente testimoniate ;la prima (ètà tardo-repubblicana) è caratterizzata da strutture in “opus incenrtum” di calcare locale, danneggiata da frane o forse più sicuramente dai soldati di Silla (80 a.C.); la seconda fase (10 a.C./20 d.C.) risalgono il nucleo originale dell’impianto termale (frigidario, caledario, ninfeo); alla terza fase (50/60 d.C) appartengono il “laconium”, “il tepodarum” e le pitture parietali del IV stile pompeiano. Tra il III e il IV secolo d.C. avviene la trasformazione in frantoio di alcuni locali, tra i quali il “triclinio” .Ben conservati il “frigidarium”, il “laconicum”, il “ calidarium”, il “tepidarium” e il ninfeo, caratterizzato da decorazioni a mosaico in blu egiziano.

Castello Lancellotti
Longobarde (?) le origini anche se il primo documento certo relativo alla sua esistenza risale al 976. Numerosi i rifacimenti e le trasformazioni subite nel corso dei secoli. Incendiato nell’aprile del 1799 dalle truppe repubblicane francesi, il castello viene ricostruito dal principe Filippo Massimo Lancellotti e solennemente inaugurato il 25 agosto 1872, in coincidenza con le festività dei Santi patroni; eclettico lo stile. Il castello racchiude un piccolo ed elegante giardino ottocentesco, con al centro una vasca circolare, che con molta probabilità faceva parte di un grande parco seicentesco, distrutto durante gli eventi del 1799. Sullo fondo, un piccolo portale introduce al giardino segreto e alle spalle sono situati la cappella di famiglia e parte degli appartamenti privati. Di fronte al viale un breve ponte unisce la corte alla dimora. Fantasma di Donna Maria Longo (30 aprile 1799)

Piazza marginale
Realizzata tra il 1974 e il 1976, la piazza, sorta sull’impianto cinquecentesco dei giardini all’italiana voluti e realizzati dai Pignatelli, collega con un’originale soluzione i margini ottocenteschi urbani e naturali che la circondano e raccorda, a diversi livelli, le parti che la compongono: la gradinata di accesso, la passeggiata al castello e il piano principale d’uso.
Costruita con materiali locali (tufi di Fraconia), costituisce uno spazio polifunzionale.

Fontana barocca
Grande nicchia absidata, arricchita da lesene esterne e da decorazioni a stucco nella volta e da una vasca in tufo grigio, ad andamento circolare con sponda a modanatura convessa. Questa fontana, restaurata dai Lancellotti, è quello che rimane del “deliziosissimo giardino” dei Pignatelli, ricchi di statue con giochi d’acqua, luogo di “musica istromentale e vocale”.

Complesso Monastico delle Rocchettine
Il nucleo originale risale al XV secolo; vari rifacimenti subiti nei secoli successivi.
Al quattrocento e al cinquecento appartengono la chiesa e i tre piani del monastero, le cucine antistanti la sala e la cornice circolare della cupola.
Al settecento risale gran parte del complesso nella sua attuale configurazione, con gli stucchi.
Al periodo ottocentesco si associa l’ex monastero della SS. Trinità. Ultimamente la Chiesa è stata restaurata e restituita alla cittadina. All’interno vi è conservata una tela del Mozzillo raffigurante “Sant’Agostino e Santa Scolastica”.

Parrocchiale di Santa Margherita e San Potito
Le prime notizie dell’opera sono riportate in un documento del 1615.
Al Mozzillo era attribuita la grande tela posta al centro del soffitto, tela purtroppo distrutta dalle truppe repubblicane francesi nell’aprile del 1799. La chiesa ha subito ancora danni in seguito ai terremoti del 1930 e 1980. Restaurata, è stata riaperta al culto nel 1992; oggi, vi si possono ammirare i dipinti dell’Assunta (Angelo Mozzillo) e della Madonna del Carmela.

Palazzo “dei tufi”
Il Palazzo si trova in località Preturo; fu commissionato da Giovanni Del Cappellano, vescovo di Bovino tra il 1513 e il 1529.
Di grande linearità e semplicità, è questo l’esempio più integro di architettura rinascimentale presente in Campania. Molto interessante è la facciata in bugnato grigio di tufo grigio, a cuscino nella parte inferiore e a punta di diamante in quella superiore, al centro della quale si apre un grosso androne, anch’esso in tufo.

La chiesa di “S. Maria della Pietà”
Già esistente nel XII sec., rifatta e restaurata più volte nel corso dei secoli; incendiata dalle truppe repubblicane francesi nell’aprile del 1799, viene restaurata dalla Confraternita “Santae Mariae Pietatis”. Conserva un interessante ciclo di affreschi, commissionati dalla Famiglia Del Cappellano (sec.XV), che ripropongono episodi della vita di cristo (la Circoncisione, la presentazione al tempio, il battesimo di Gesù nel Giordano, la figura del Redentore e alcune figure di oranti. Singolare la figura del Cristo immersa nelle acque del Giordano totalmente nuda.

Collegiata di S. Maria Maddalena
Sorgeva “prope … castrum in loco Fellino”; costruita in una zona bassa del paese, questa antichissima chiesa era soggetta a frequenti allagamenti per cui, nel corso del XVII secolo, fu ricostruita in un luogo più elevato lunga la cinta muraria del castello. Fu incendiata dalle truppe repubblicane francesi nell’aprile del 1799 e fu restaurata nel corso dell’ottocento. Attualmente la Collegiata, sconsacrata, è utilizzata come auditorium, sala per convegni e per istallazioni artistiche.

Arco o Porta di Fellino
Risalente al XVII secolo fu restaurato e corredato di orologio nel 1789.

Palazzo Pignatelli , piazzetta Nobile
L’edificio, che ha subito radicali cambiamenti e trasformazioni attraverso i secoli è famoso per le sue grottesche di tipo vasariano, ed è attualmente sede di due musei : il museo Nobile e la pinacoteca naive.
Nel XVI secolo è stata sede dell’Accademia (Ascanio Pignatelli, Torquato Tasso.

Taurano

Aree monumentali
Notevoli le emergenze di natura storica, architettonica e ambientale. Tra esse si segnalano:
Chiesa del Rosario (fine XVI sec. e succ.), di notevole interesse sono le tele delle cappelle laterali, una per certo opera del Mozzillo, la tela del soffitto e lo stesso soffitto ligneo, opera di P. Vecchione.
– Abbazia di S. Angelo (1087), appartenuta ai benedettini, posizionata su uno sperone di nuda roccia calcarea a strapiombo sull’abitato di Lauro, interessantissimo il portale in tufo grigio caratterizzato dalla presenza di maschere e rosoni (di cui alcuni asportati da ignoti).
– Convento di S. Giovanni del Palco (1396), appartenente ai frati francescani, sorto sulle rovine di una villa romana. Conserva un notevole altare ligneo proveniente dal convento di S. Croce di Palazzo in Napoli, soppresso dai Borbone per edificare l’attuale Piazza del Plebiscito, delle opere di Sebastiano Conca ed affreschi del XV secolo. Ragguardevole la documentazione libraria della biblioteca tra cui si annoverano cinquecentine e antifonari. In questo convento si è formato Frate Ludovico da Casoria, salito agli onori degli altari.
Chiesa dell’Assunta (fine XVI sec. e succ.), interessanti il coro ligneo, la statua, anch’essa in legno, dell’Assunta. Notevole è anche il soffitto in tela dipinta, opera di M. Ricciardi, il tetto con capriate lignee è stato sostituito da un’anonima struttura con capriate metalliche.
Palazzo civico, opera di Francesco Venezia, è la sede del municipio.
Piazza Freconia, è il cuore, non solo topografico, del paese. Vi si può assaporare parte del modus vivendi dei tauranesi. Su di essa prospettano la chiesa del Rosario e il vecchio municipio. L’insieme, così raccolto crea uno spazio di intimità, quasi un soggiorno all’aperto, dove è piacevole soffermarsi. Nell’intorno, attraverso i caratteristici supportici, è possibile inoltrarsi nel dedalo di strettissimi vicoli che costituisce il centro storico del paese che per forme ed odori rimanda ad altre epoche.
– Madonna dell’Arco, da cui si gode una splendida vista della Pianura Campana, sino al colle di S. Martino a Napoli e, in assenza di foschia, al mare.

 

 

 

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